lunedì 25 febbraio 2013

Il genitore competente


A cura della dott.ssa pedagogista Graziella Graceffa

                      
Il ruolo genitoriale è uno dei compiti più difficili dell’esistenza. Saper dosare regole e libertà, dipendenza ed autonomia, soprattutto con figli adolescenti, non è facile, giacché si rischia di sfociare nell’autoritarismo oppure, all’opposto, nell’eccessivo permissivismo. Sapere dare dei limiti ai propri figli è uno dei compiti fondamentali dei genitori, e in questa possibilità sta racchiuso il significato profondo dell’educazione.                                                                      

Il genitore deve sapere che la fatica che il suo bambino compie avrà una utilità per la sua crescita. Genitori amorevoli e premurosi, credendo di dover risparmiare ai figli l’esperienza del dolore, della paura o di altre emozioni negative, tentano di minimizzare e, di fatto, disconfermano i vissuti dei bambini disorientandoli. Diventa importante, dunque, difendere il diritto dei bambini di esperire tutta la gamma di emozioni possibili, includendo anche quelle negative, e individuare come compito dei genitori quello di accompagnare i figli in queste esperienze.                                             

Il ruolo genitoriale è uno dei compiti più difficili dell’esistenza. Saper dosare regole e libertà, dipendenza ed autonomia, soprattutto con figli adolescenti, non è facile, giacché si rischia di sfociare nell’autoritarismo oppure, all’opposto, nell’eccessivo permissivismo. Sapere dare dei limiti ai propri figli è uno dei compiti fondamentali dei genitori, e in questa possibilità sta racchiuso il significato profondo dell’educazione. 

Il genitore deve sapere che la fatica che il suo bambino compie avrà una utilità per la sua crescita. Genitori amorevoli e premurosi, credendo di dover risparmiare ai figli l’esperienza del dolore, della paura o di altre emozioni negative, tentano di minimizzare e, di fatto, disconfermano i vissuti dei bambini disorientandoli. Diventa importante, dunque, difendere il diritto dei bambini di esperire tutta la gamma di emozioni possibili, includendo anche quelle negative, e individuare come compito dei genitori quello di accompagnare i figli in queste esperienze.        

Non è sottraendo il bambino a situazioni dolorose che lo si tutela. Abbiamo bisogno di sperimentare il dolore e la frustrazione per diventare capaci anche di tollerarli e di affrontarli. Per attrezzarci sul piano emotivo dobbiamo dotarci di un bagaglio interno, che viene acquisito in modo “doloroso”, cioè con una dose di sofferenza.  

 Le situazioni frustranti e dolorose devono essere commisurate all’età. Per un bambino di tre anni può essere frustrante per esempio uscire dal negozio di giocattoli senza un gioco che gli piaceva molto, così come risulta dolorosa la separazione dai genitori all’atto dell’inserimento alla scuola materna. Tuttavia queste sono situazioni che un bambino può tollerare e superare, scoprendo di essere capace di farlo e diventando a poco a poco sempre più forte, sicuro e quindi tranquillo. Costruire dei limiti, attraverso l’acquisizione delle regole è necessario, purché queste ultime non ledano e non annullino l’individualità e la libertà dei propri figli. Sin dalla nascita il piccolo ha infatti bisogno di un intervento costante da parte degli adulti, in grado di contenere, regolare e instradare le sue richieste, le spinte evolutive, i suoi impulsi ancora molto istintivi. Questo significa per l’adulto, nel quotidiano, saper mantenere una certa fermezza educativa, nel pronunciare un “no” e riuscire a mantenerlo in maniera risoluta. 

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